Perché chiedere a un giovane di andare a vivere in un paese che si
spopola è una cattiveria.
Una delle litanie che leggo su Facebook e sulle pagine delle aree
rurali e montane, è l’estetica della bellezza dei borghi e della vita
amena. Lenta, in connessione con la natura, salutare,
silenziosa, immersa nella fissità del paesaggio, e in tutte le
declinazioni del benessere.
Il più grande museo della nostalgia virtuale. Gallerie di fotografie di paesaggi, scorci medievali, centri storici deserti, anziani davanti la porta, campi arati e campanili. Centinai di condivisioni alimentate da animatori e filantropi di luoghi che si perdono nella memoria e che non ricordiamo nemmeno. Posti che nonostante i like non visteremo mai, non ce ne ricorderemo, e non scaturiranno nessun desiderio di documentarci sulla loro storia.
Sorgente: Fisiologia dello spopolamento dei borghi – Anna Rizzo – Medium