L’area dello stabilimento automobilistico del Lingotto a Torino occupa circa 34 ha e si trova nell’omonimo quartiere della periferia sud della città. Il Consiglio di Amministrazione della Fiat nel 1912 decide di costruire un nuovo impianto per la produzione di automobili nella periferia di Torino e nel 1922 l’attività era già avviata. Per molto tempo ha rappresentato un importante tassello dell’industria italiana fino a quando non è sopraggiunta la crisi del settore industriale. Nel 1982 l’attività venne chiusa e trasferita in un luogo più adatto alle nuove esigenze produttive. L’area abbandonata aveva notevoli potenzialità, per la sua posizione, ormai inglobata nella parte meridionale della città, per le dimensioni e per il suo valore simbolico. Il progetto è stato scomposto in varie fasi senza aver stabilito un quadro strategico generale. Nel 1983 è stato indetto un Concorso internazionale di progettazione che ha visto vincitore l’architetto italiano Renzo Piano; che ne ha previsto un uso polifunzionale ed ha incluso nell’intervento anche una parte dell’area confinante, dove passava la ferrovia. La struttura attuale ha mantenuto all’esterno alcune sue parti che erano state vincolate in precedenza dal Ministero dei Beni Culturali, mentre all’interno la conformazione è totalmente cambiata in base alle esigenze del centro polifunzionale. A più riprese sono stati realizzati residenze, uffici, spazi a verde, un centro congressi, l’auditorium, alcuni parcheggi e la fondazione Agnelli, poi più recente è la realizzazione di una foresteria comunale, un cinema, una galleria commerciale, un albergo, una sala riunioni, la Facoltà di Ingegneria dell’auto, ristoranti, parcheggi sotterranei e a raso e una pinacoteca dedicata a G. Agnelli; il tutto è stato terminato nel 2003. Gli attori interessati sono stati sostanzialmente l’azienda proprietaria dell’area, la Fiat e l’Amministrazione Comunale. La Fiat in questo processo di riqualificazione ha avuto una grande influenza sia per quanto riguarda la progettazione che la gestione dell’intervento e lo ha visto come una possibilità di riscatto economico e di popolarità. L’Amministrazione comunale in questo caso si è vista costretta a costituire una società mista, la Lingotto Spa con la Fiat per non perdere totalmente il controllo dell’intervento.