Faro del Po di Goro – Ferrara

Il Faro del Po di Goro si trova a circa tre km dal centro abitato della località Gorino Ferrarese (FE), in Emilia Romagna, in prossimità della foce del Po di Goro e del mare. E’ costituito da tre edifici, uno principale e due adibiti a servizi, con un cortile esterno. Il fabbricato principale in passato è stato utilizzato come ristorante.

Faro del Po di Goro
Faro del Po di Goro

Potete trovare il Faro di Goro a Sud di Punta Maestra e del Faro di Pila, il delta del Po rientra verso ovest e il confine con l’Emilia Romagna in un susseguirsi ancora più intricato di bocche di fiume, valli, zone paludose e sacche dove si sono sviluppati gli allevamenti di cozze e vongole. In questa zona del Delta sulla foce del Po di Goro che segna il confine tra Veneto ed Emilia Romagna si trova, sulla sponda romagnola del fiume, il Faro di Goro o Gorino, una struttura a base cilindrica alta circa 22 metri e sormontata da una lanterna che ha un fascio luminoso di circa 10 miglia alimentato a corrente elettrica attraverso un cavo submarino proveniente dalla sponda veneta. Il Faro di Goro è stato costruito nel 1950, in quanto la Vecchia Lanterna, ora utilizzata come osservatorio sulla Sacca, distava ormai alcuni chilometri dalla foce e risultava pertanto di nessuna utilità. Il faro è raggiungibile solamente per via d’acqua da Gorino, da cui dista 6 chilometri, o dalla sponda veneta del fiume, il cui argine è agibile sino a 1 chilometro dalla foce. La lingua di terra che circoscrive larga parte della Sacca di Goro è gestita come Riserva Naturale del Ministero dell’Agricoltura e Foreste.


RegioneEmilia Romagna
ProvinciaFerrara
AmbitoMarittimo
Coordinate
GPS
lat. 44°51′06.48″N
long. 12°17′45.24″E
ProprietàStatale
Destinazione d'usoTuristico ricettive


Faro di Goro

Mentre sul lido estremo a te con l’acque dolci 
e con l’amare vien quinci il Po, 
quindi risuona il mare, 
l’un riceve i tributi l’altro li porta, 
e l’uno e l’altro a prova a te li offre e rinnova 
perché le valli e i boschi or non rifiuti. 
E quei sempre discende e mai non riede, 
rivolgendosi a tergo appresso il novo albergo: questi parte ritorna, 
e ’ncontra e cede, 
e dà la terra e l’onda or doni or prede.   

(T. Tasso, Rime, n. 931)